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Nulla di nuovo: è risaputo e confermato che fumare in gravidanza è molto dannoso e rischia di creare danni permanenti alla salute del bambino.
Numerosi studi, effettuati nel corso degli ultimi cinquant’anni, hanno dimostrato le molteplici ripercussioni negative della nicotina sul benessere del neonato.
Infatti, introdurre nell’organismo catrame, monossido di carbonio e nicotina riduce la quantità di ossigeno necessaria al feto, con conseguenze inesorabili.
Fumare può determinare malformazioni agli arti, implementare patologie cardiache congenite o problemi gastro-intestinali; provocare un parto pre-termine, scarso peso alla nascita, e aumentare le probabilità di una gravidanza extra uterina – poiché il fumo danneggia l’epitelio cigliato delle tube di Falloppio.
Inoltre è stato provato che i figli delle donne fumatrici hanno una propensione molto maggiore ad assumere lo stesso vizio durante l’età adulta.
E purtroppo, anche l’aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza risulta due volte più probabile se la donna incinta è fumatrice.
Le novità scientifiche in materia, però, riguardano un ultimo aspetto fino ad oggi non approfondito: il danno all’udito.
Una ricerca pediatrica della New York University School of Medicine segnala che l’esposizione al fumo materno aumenta il rischio di ipoacusia nei figli e causa perdita dell’udito in età adulta secondo percentuali molto elevate. Lo studio è stato condotto su un campione di 964 adolescenti tra i 12 e i 15 anni, ai quali è stato misurato l’SNHL (l’udito neurosensoriale): il 16% dei ragazzi è stato esposto al fumo in utero e per loro la perdita dell’udito unilaterale alle basse frequenze è risultata tre volte più probabile!
Le nuove frontiere scientifiche cercano ora di chiarire quali altri effetti sui bambini può avere la nicotina assunta in utero… I meccanismi non sono ancora chiari, ma si ipotizzano pesanti ripercussioni su rendimento scolastico e capacità cognitive e sociali di bambini e adolescenti.