Che cos'è l'otosclerosi? - Centriudito

Che cos’è l’otosclerosi?

L’otosclerosi è la più comune causa di ipoacusia acquisita, con esordio prevalentemente monolaterale, che diventa bilaterale circa nel 70% dei casi. L’età di maggiore incidenza è quella giovanile/adulta, con picco tipico tra i 20 e i 40 anni. Interessa prevalentemente il sesso femminile con un rapporto 2:1 rispetto agli uomini e  nel 50 % dei casi è ereditaria.

È causata da un’anomala formazione di osso all’interno nella capsula otica a livello della finestra ovale che riduce la mobilità della staffa, causando un’alterazione della trasmissione sonora, dall’orecchio medio alla coclea, con riduzione della capacità uditiva di tipo trasmissivo. Quando questa anomalia si localizza nella coclea, invece, l’otosclerosi può anche causare ipoacusia neurosensoriale.

La diagnosi

Tra i sintomi riconducibili all’otosclerosi vi è il progressivo e lento calo dell’udito, a cui possono associarsi acufeni nell’80% dei casi, e vertigini, anche se meno frequenti.

Per la diagnosi clinica si eseguono solitamente esami audiologici non invasivi, quali l’audiometria tonale e l’impedenzometria, presso lo specialista ORL. Importante è raccogliere un’accurata anamnesi, essendo questa una patologia con alto indice di familiarità. L’otosclerosi è una malattia autosomica dominante; tuttavia l’insorgenza della malattia varia da persona a persona con età, sesso, etnia e stile di vita differenti. Ricordiamo che il virus del morbillo rappresenta un fattore scatenante in soggetti con predisposizione genetica all’otosclerosi.

Intervento e convalescenza

L’approccio terapeutico è volto a rallentare la progressiva degenerazione della malattia. Nelle fasi iniziali, in cui il calo uditivo è lieve o moderato, l’indicazione più opportuna è l’utilizzo dell’apparecchio acustico. Gli apparecchi acustici di ultima generazione ben si prestano ad una correzione della sordità da otosclerosi, con una regolazione “personalizzata” in relazione al grado e al tipo di perdita uditiva che determina un eccellente beneficio per il paziente.

Nei casi di sordità grave e in assenza di controindicazioni, si ricorre all’intervento chirurgico di stapedotomia, che consiste nella sostituzione di parte della staffa con una micro-protesi articolata all’incudine. La platina viene mantenuta in sede e forata per alloggiare la protesi stessa. L’intervento per otosclerosi è un’operazione relativamente sicura ed efficace, con un alto tasso di miglioramento dell’udito e un basso tasso di esiti indesiderati e complicanze. L’intervento può essere effettuato in anestesia locale, ha una durata di circa 45 minuti e un tempo di degenza di due giorni. Durante la convalescenza post operatoria si devono adottare alcune precauzioni: non fare sforzi intensi, non andare in aereo e fare attenzione a non subire traumi cranici. Spesso dopo alcuni anni dall’intervento (anche dopo 20 anni in alcuni casi) si deve procedere ad un intervento di revisione. In Italia sono numerosi i centri di eccellenza dove operarsi, grazie alla presenza di specialisti in otosclerosi.

In caso di non intervento, sia per scelta del paziente sia nei casi di coclearizzazione, la riabilitazione comprende l’utilizzo di protesi impiantabili che sfruttano la via ossea o apparecchi acustici tradizionali. Poiché all’otosclerosi spesso si associa un acufene, è indispensabile procedere alla gestione di questo sintomo molto fastidioso nel contesto di tutto il processo riabilitativo.